I tumori mammari nella cagna

I tumori mammari sono molto frequenti nel cane e nel gatto, infatti queste neoplasie sono al primo posto tra le neoplasie nel cane ed al terzo nel gatto e rappresentano uno dei più frequenti problemi da affrontare nella pratica clinica quotidiana del medico veterinario. Tutte le ricerche condotte finora hanno portato a risultati simili circa l’età di insorgenza: circa il 10% dei casi sotto i 4-5 anni, circa il 30% tra i 4 e gli 8 anni e circa il 60% oltre gli 8 anni. Risulta evidente come le cagne anziane, oltre agli 8 di età, possano essere le più a rischio di comparsa di tumori mammari. Ma non solo, si rileva anche un’interessante correlazione fra l’età avanzata e il grado di malignità, le dimensioni del tumore mammario e la velocità di crescita; tutti parametri proporzionali all’aumento dell’età. Il diminuire del rapporto tra forme non neoplastiche e tumori mammari maligni con l’avanzare dell’età, può trovare spiegazione nella minore attività della ghiandola mammaria nelle cagne più anziane e, quindi, minore probabilità di comparsa di lesioni di tipo non neoplastico (traumi, mastiti, forme cistiche, ecc.) e minore sensibilità alla stimolazione da parte degli ormoni sessuali femminili. Un’altra ipotesi avanzata è la trasformazione in neoplasie maligne di lesioni non neoplastiche, ad esempio forme cistiche o fibroadenomatose, passando da uno stadio di iperplasia ad una trasformazione in forma neoplastica benigna ed, infine, in quella maligna. Si è notata una maggiore incidenza percentuale di neoplasie benigne o di formazioni non neoplastiche alle mammelle craniali, rispetto al maggior numero di neoplasie maligne riscontrate alle mammelle caudali.  L’intervento chirurgico di “STERILIZZAZIONE” si è rivelato di grande utilità ed efficacia nella prevenzione  dei tumori mammari ed ha un valore preventivo pari al 92% se effettuato tra il primo e il secondo calore. Dopo il secondo calore diminuisce (74%) ed il suo valore protettivo si riduce ad una pecentuale molto bassa se l’intervento chirurgico è operato dopo il quarto ciclo estrale. E’ bene ricordare a tal proposito che la sterilizzazione è utile non solo per eliminare gonadi ed utero da possibili e frequenti patologie in caso di neoplasia mammaria, ma anche perchè è stato dimostrato che lo stato ormonale influenza la progressione delle neoplasie mammarie ed in particolare dei carcinomi. Si è dimostrato che le cagne sterilizzate al momento della rimozione di un carcinoma mammario vivevano più a lungo di quelle sottoposte soltanto alla rimozione della neoplasia.
Il numero di parti sostenuti da una cagna, o il fatto di non avere mai portato a termine una gravidanza, non hanno alcuna influenza sulla comparsa di tumori mammari di alcun tipo, né sulle loro dimensioni. Si registrano discordanze fra i pareri di diversi ricercatori sull’influenza che lo stato di pseudogravidanza esercita sulle condizioni delle ghiandole mammarie: secondo l’opinione più diffusa, l’abnorme status ormonale che si instaura nella cagna che manifesta pseudogravidanza, sarebbe fortemente correlato (73% dei casi) con la comparsa di tumori mammari di grandi dimensioni e con notevole velocità di accrescimento. Inoltre, tali neoplasie sarebbero per lo più da classificare come maligne. Alcuni autori, sono per lo più propensi ad affermare che le pseudogravidanze non abbiano alcun effetto significativo sulla comparsa delle neoplasie mammarie. Tutti i dati fin qui esposti, mettono in  chiara luce tanto la grande diffusione dei tumori mammari nella popolazione canina, quanto la preoccupante percentuale di casi di malignità tra questi, seppur di gravità variabile. L’intervento di mastectomia risulta quindi tanto più favorevole quanto più precocemente viene eseguito, evitando così che si manifestino i caratteri d’invasività, stadio in cui la sola chirurgia risulta inefficacie. Sul tipo di intervento ci sono opinioni discordi; in particolare sul reale vantaggio che si ottiene da una mastectomia totale, rispetto ad una parziale con asportazione solo delle ghiandole mammarie clinicamente coinvolte da noduli neoplastici. Una tecnica diffusamente accettata è quella definita “Block-dissection”, che comporta l’asportazione di tutta la fila mammaria assieme al linfonodo inguinale omolateral.


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